Figlio del banchiere Giovanni Battista Sacchetti e di sua moglie, Francesca Altoviti, nonché zio del cardinale Urbano Sacchetti, Giulio Cesare nacque a Roma il 17 dicembre 1587 e fu battezzato nella Chiesa nazionale di San Giovanni dei Fiorentini. La sua famiglia si era stabilita a Roma verso la metà del XVI secolo, quando nel 1573 il padre del futuro cardinale giunse da Firenze in seguito all'instaurazione del principato da parte di Cosimo de' Medici. Se il fratello maggiore Marcello, nato nel settembre 1586, era stato educato in modo da rimanere accanto al padre per aiutarlo nella gestione diretta degli affari, Giulio era destinato a diventare l'ecclesiastico di casa, un uomo di Chiesa nel quale il servizio e l'impegno per il bene della cristianità fossero strettamente intrecciati con la ricerca del bene dei propri familiari, amici e connazionali.
Dopo l'esperienza della nunziatura presso la Corte di Spagna, papa Urbano VIII lo elevò al rango di cardinale nel concistoro del 19 gennaio 1626. Esperto giurista, nel 1635, insieme al cardinale Giovanni Battista Pamphili, redasse il lodo relativo ai rapporti tra il vescovo di Sansepolcro e l'abate di Bagno di Romagna, testo di importanza fondamentale nella giurisprudenza relativa all'esenzione dei regolari e alle loro relazioni con i vescovi diocesani[1]. Fu cardinale legato prima a Ferrara e poi a Bologna.
^cfr. (PDF) Andrea Czortek, I rapporti tra i vescovi di Sansepolcro e gli abati di Bagno (1520-1779), in «Alpe Appennina», 2, 2020, pp. 105-187. | Archivio Storico Diocesano Sansepolcro and Andrea Czortek - Academia.edu
Bibliografia
I. Fosi, All'ombra dei Barberini. Fedeltà e servizio nella Roma barocca (= «Europa delle Corti». Centro studi sulle società di antico regime. Biblioteca del Cinquecento, 73), Roma 1997.
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